Giovanni Lenzi
Che dire di Giovanni?
Nessuno, meglio del proprio padre, può parlare di lui, della sua nascita, del suo percorso e del giovane ragazzo che è oggi.
la Sua Storia
Giovanni ha, oggi, 23 anni: è nato molto prematuro, in 26ma settimana. E’ stato ricoverato in terapia intensiva per 4 mesi e miracolosamente ne è uscito. A seguito di tutto ciò, parte del suo cervello, alla nascita, è stata danneggiata per la mancanza di ossigeno e nel tempo, si sono aggiunti evidenti tratti dì autismo.
La prognosi con la quale è stato dimesso sottolineava che la sua vita sarebbe stata al massimo una vita “semplice”, senza capacità di apprendere e di godere appieno degli stimoli e delle possibilità che la vita può regalare.
Il suo diploma di “sopravvissuto ? Una Tac del cervello con varie macchioline nere sparse, il campo di battaglia dei neuroni “caduti”.
Come genitore non ho voluto accettare questo! Non poteva essere che quell’esserino nato di 570 grammi, dopo aver lottato per sopravvivere, riuscendoci, avesse come premio una vita che non potesse regalare spazio per viverla con pienezza almeno in minima parte.
Abbiamo pensato a cosa fare e la prima idea è stata quella di prendere atto che Giovanni non avrebbe compreso o risolto equazioni di terzo grado, ma certamente avrebbe potuto avere la possibilità di Emozionarsi .
La musica, la pittura, il cinema, il teatro... queste sono diventate le iniezioni di vita che abbiamo voluto donargli. E lui seguiva, guardava, apparentemente lontano , ma immerso in quelle emozioni che solo le opere d’arte possono dare. Per la verità è per questo che l’uomo le crea.
Abbiamo Imparato l’inglese ascoltando i Beatles e Giovanni, ora, sa tutto su di loro e parla un buon inglese; riconosce Van Gogh da Matisse, si emoziona con Chopin, ma non sa fare 5+4.
In tutti questi anni abbiamo cercato di stimolarlo attraverso il “bello” attraverso l’emozione che provi di fronte a qualcosa creato per quella funzione.
Un giorno, circa 6 anni fa, vedo che scrive su di un foglio bianco, con la sua disgrafia e mano mancina; gli chiedo:” cosa stai scrivendo ?” E lui mi risponde:” Poesie". Chiedo di leggerle e mi si spalanca un mondo mai immaginato: sapevo bene che Giovanni ha letto tutta la divina commedia, che ne sa brani a memoria, ma non immaginavo che potesse creare quello che stavo leggendo.
Ad oggi Giovanni ha scritto 60 poesie e forse alcune sono andate perdute perché di fogli da lui scritti nella sua scrittura difficile da decifrare, ne abbiamo buttati via, inconsapevoli che forse qualche altro suo pensiero si era impigliato su quella carta bianca.
Giovanni ama sopra ogni cosa la Musica ed oggi la Poesia; nasce da qui l’idea di fondere insieme queste sue passioni, creando il progetto ”Poesia in musica, Musica in Poesia”. Con i suoi amici musicisti psicologi e musicoterapeuti, ha creato un Gruppo che fa questo.
Nessuno avrebbe mai immaginato di essere qui ad ascoltare la sua voce, che recita poesie accompagnate da una musica che racconta queste sue emozioni. Io come genitore non so esattamente cosa esiste nel Misterioso mondo di Giovanni ma so, per certo, che ora lui regala a me e a tutti quelli che lo ascoltano una esperienza bellissima fatta di parole profonde che fanno riflettere, che danno serenità e che hanno cancellato il significato di quella Tac consegnataci al momento della sua dimissione dall’ospedale.
Per inciso io non so, davvero, dove l’ho messa.
Alberto Lenzi papà di Giovanni